Le Carré Bleu

feuille Internationale d'architecture

Condizioni per la trasmissione del Carré Bleu 19 aprile 2003

Il Carré Bleu sarà trasmesso alla nuova Associazione a condizione che questa si ispiri a principi editoriali che non siano, nel loro spirito, in contraddizione con i criteri editoriali che furono propri della rivista dal 1958 al 19 aprile 2003, schematicamente qui di seguito riportati. E’ evidente che ogni adeguamento all’attualità non solo è prevedibile, ma auspicabile.

Militantisme
Il Carré Bleu è una rivista di riflessione e che prende le distanze, ma anche di presa di posizione e di risposta immediata agli avvenimenti.

Qualche principio
L’architetura, l’arte urbana, l’urbanistica, il disegno del territorio devono rappresentare, prima di tutto, dei tentativi di risposta ai problemi sociali essenziali.
Il Carré Bleu ha il compito di denunciare anomalie, insufficienze, ingiustizie riguardanti formazione, insegnamento, ricerche e pratiche in rapporto all’ambiente costruito ed all’ambiente, di denunciare e poi, se possibile, di proporre.
Il Carré Bleu deve cercare di stabilire tutte le relazioni fra tutte le forme di creazione, perché questo genera aperture ed arricchimento.
La revista deve impegnarsi in un’azione permanente di chiarificazione critica ricollocare le creazioni recenti o nuove in una continuità storica che consideri e cerchi di distinguere quanto è accessorio da quanto è essenziale nei movimenti architettonici.
Chiarificazione critica equivale a giudizio, presa di posizione, combattività se è necessaria ; per cui le armi, gli strumenti, devono garantire una onestà intellettuale, un’etica ed una indipendenza comparabili a quelle che hanno caratterizzato l’esistenza della rivista dalla sua fondazione, a Helsinki nel 1958 (rileggere i 167 numeri pubblicati, …)
Rivista nella quale la tendenza a privilegiare il passato, l’esistente o il futuro, non ha mai escluso la capacità di reagire all’attualità dal momento che questa ha un impatto sui luoghi e sui modi della vita dell’uomo
Rivista internazionale, bilingue in tutti suoi aspetti, con collaboratori per nessuna ragione esclusivamente europei. Malgrado le differenze di nazionalità, bisogna ricercare in ogni paese collaboratori i cui “riflessi intellettuali” siano coerenti con i criteri enunciati in questo documento.

Il Carré Bleu aveva come titolo originario quello di “foglio internazionale di architettura”.
Aveva allora l’aspetto di un dépliant. Nulla impedisce di ritornare a questa forma più economica, ma anche più difficile a concepire perché richiede di separare l’accessorio da scartare, e che va scartato, dall’essenziale che va trattato. Nulla impedisce di scegliere ogni altra forma di presentazione fisica, grafica, elettronica, ecc….

E’ interessante ricordare che il Carré Bleu, nato in Finlandia nel 1958, dalla dissoluzione dei C.I.A.M., in certi momenti della sua vita ha saputo implicarsi nei grandi movimenti di architettura internazionale, che è servito come tribuna in particolare a degli architetti che erano dei teorici che nello stesso tempo realizzavano sul terreno le loro teorie (Team X). Se il Carré Bleu potrà far rivivere questa ricchezza che crea il confronto fra la teoria e la sua espressione materiale, diventando o ridiventando il luogo privilegiato degli attori di questa eccezionale pratica, ciò sarebbe di immenso interesse.